Sanità, volontariato, guerra: il ruolo della donna
Introduzione alla mostra
Questa parte della mostra è dedicata al ruolo della donna là dove sanità, guerra, assistenzialismo e volontariato si intersecano.
Ciò avviene tra la fine dell’Ottocento e gli anni della Grande Guerra, quando esplicitamente la salute e la cura si articolano su un modello amministrativo-gestionale, da cui deriva il legame con l’ambito militare. Per esempio, è durante la Prima Guerra mondiale che si diffonde la pratica del triage, ancora oggi adottata nei Pronto Soccorso e in casi emergenziali.
In questo periodo si delinea un sistema sanitario organizzato e diffuso sul territorio italiano, da poco unificato, e si sviluppano forme assistenziali prima inedite, come la Croce Rossa. Le donne vengono coinvolte in modo massivo nell’ambito sanitario, al fronte e nella ristrutturazione economica e sociale del dopoguerra. Questo coinvolgimento nel sostenere l’economia di guerra e nell’assistenza viene tradizionalmente considerato un momento di emancipazione, che permette alle donne di uscire dall’ambito domestico e ritagliarsi un “posto” nella società.
Tuttavia, questa mobilitazione e inclusione ha un carattere ambivalente che è importante sottolineare. Negli ultimi decenni, infatti, si discute sempre più approfonditamente del lavoro di cura svolto dalle donne, contraddistinto dalla dedizione, dal sacrificio e dalla mancanza di retribuzione.
Parallelamente, si può rilevare come il ruolo delle donne nella colonizzazione, nelle «missioni umanitarie», in guerra o nell’assistenza sanitaria sia particolarmente rilevante e sia, generalmente, caratterizzato da un aspetto umanitario che si trasforma in «volontariato» e da una declinazione della «cura» che richiama la maternità, il sacrificio per la patria, la civilizzazione.