Sanità, carità, guerra
Numeri e composizione della Croce Rossa
Il 24 giugno 1859, 2a guerra di indipendenza italiana, una delle battaglie più sanguinose dell’Ottocento si consumò sulle colline a sud del Lago di Garda, a San Martino e Solferino. Trecentomila soldati di tre eserciti (Francese, Sardo-Piemontese e Austriaco) si scontrano lasciando sul terreno circa centomila fra morti, feriti e dispersi. In quel contesto nacque in H. Dunant l’idea di creare una squadra di infermieri volontari preparati la cui opera potesse dare un apporto fondamentale alla sanità militare: la Croce Rossa.
Dal Convegno di Ginevra del 1863 (26-29 ottobre) nacquero le società nazionali di Croce Rossa, la quinta a formarsi fu quella italiana. Nella 1a Conferenza diplomatica di Ginevra che terminò con la firma della Prima Convenzione di Ginevra (8-22 agosto 1864) fu sancita la neutralità delle strutture e del personale sanitario.
Il fondatore della Croce Rossa Italiana è il medico milanese Cesare Castiglioni e il primo Comitato italiano è quello di Milano nato il 15 giugno 1864.
La Croce Rossa Italiana mobilitò per la Prima guerra mondiale, dai vari Comitati Regionali, 3.837 ufficiali e circa 16.100 uomini di truppa, a cui si aggiunsero le Infermiere Volontarie mobilitate per un totale di 7.320 unità (alcune stime parlano di 10.000 a fine 1918), dalle circa 4.000 all’inizio del conflitto sotto la guida della Duchessa d'Aosta, moglie di Emanuele Filiberto, duca d’Aosta, comandante della III Armata.
Nel corso del conflitto ci fu un importante rinnovamento nella composizione sociale della Croce Rossa: se nel 1915 le volontarie erano per lo più appartenenti alla medio-alta borghesia, vicine agli ambienti accademico-caritatevoli, durante il conflitto aumentò anche la partecipazione da parte di donne dei ceti più popolari.